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"Ascoltando il Boxer"di Ingmar Sioen

Ingmar Sioen è per me un amico e un vero boxerista, appassionato della razza e del "cane boxer" in tutto il suo essere. Questo articolo è una chicca e un piacere da leggere per tutti quelli che come me e Ingmar amano i boxer.

Elisa Torreggiani Baravelli



ASCOLTANDO IL BOXER di Ingmar Sioen


Anche fra le persone che sono coinvolte quotidianamente con i cani (in qualsiasi misura di tempo) la personalità di ciascun cane è raramente citata e virtualmente non ha influenza sulla loro interazione con i cani.
Sono a conoscenza del fatto che il termine "personalità" una volta applicato ai cani suscita resistenza e scetticismo: fin ora non ho potuto trovare un termine migliore per esprime il concetto a cui mi sto riferendo.
Come alcuni lettori sapranno, non addestro solo i boxer dell'allevamento in cui sono cresciuto (van Sapho's Hoeve) ma anche boxer che hanno bisogno di un certificato di lavoro per ottenere un determinato titolo nazionale o internazionale e di cui i proprietari, per differenti ragioni, preferiscono non addestrare personalmente i loro soggetti.
Questo significa che io mi esercito ogni giorno con i boxer, ma soprattutto significa che vivo con loro virtualmente 24 ore su 24.
Tale stile di vita rappresenta per me l'occasione e la sfida ad apprendere come valutare individualmente un cane nella maniera più veloce e ad insegnargli, in un periodo relativamente corto di tre mesi, il programma completo: pista, obbedienza e difesa.
L'unica ragione per la quale sto riuscendo in questo è il fatto che rispetto il boxer che sto addestrando, che nella mia esperienza significa niente meno che la completa accettazione della sua personalità:le mie idee e i miei desideri devono in nessuna maniera interferire con l'individualità del cane, né deve la mia condotta tentare di piegare la sua personalità. Questa forma di accettazione va in ogni direzione non si ferma all'addestramento materiale ma costituisce la base della nostra vita insieme.
La personalità di ogni singolo boxer mi mostra che cosa io posso e potrò aspettarmi da lui, vale a dire ciò che egli è capace di dare e di come arriverà a questo, niente di più e niente di meno. regole di addestramento o educative non tengono conto delle caratteristiche individuali dei cani e quindi causano la non comprensione e la frustrazione. Proprio la stessa cosa: i gesti o il comportamento da parte del preparatore avranno differenti effetti su differenti cani. Il semplice gesto di accarezzare un cane è un esempio utile a tale riguardo.
Alcuni cani, ma non tutti, adorano il contatto con il corpo, gradiscono essere affettuosi e hanno bisogno di essere certi che quello che stanno facendo è giusto. La carezza rinforza il loro reale comportamento, non necessariamente la loro personalità.
Altri cani hanno un costante e necessario bisogno di rassicurazione e rinforzo - fino al punto che senza un costante nutrimento di fiducia non possono neppure fare esperienza dell'ambiente e delle sue necessità -
ciò non ha niente a che fare con la paura: è un tipo di socializzazione che è stato gratificante nei primi stadi dell'educazione e in seguito si è sviluppato nel "modo di vivere". In questo caso la carezza riguarda direttamente la personalità piuttosto che il comportamento vero e proprio. Altri cani, dopo aver completato un esercizio, hanno bisogno anzitutto di rilassarsi, di riposarsi - senza interventi dell'addestratore - In questo caso ancora una leggera carezza casuale richiama alla personalità piuttosto che al comportamento effettivo, avendo per quel particolare cane il significato della frase:"stai facendo bene, io capisco, a dopo il resto".
Ancora per un altro cane è sufficiente "scuotersi" - come se tornasse da una nuotata - o una veloce grattata. Nessuna carezza è necessaria. Tuttavia questo grattarsi può anche significare che il cane sta camminando "sull'orlo del precipizio", che si trova di fronte ad un problema che non è in grado di risolvere: una carezza in quel momento lo rassicurerà "ok, non c'è niente di cui preoccuparsi". E anche, il grattarsi può semplicemente significare che il cane sta sentendo prurito per nient'altro che una causa psicologica. In quel caso la carezza non si riferisce al "lavoro" o alla "personalità": il cane la gradirà e l'azione agirà da principale rinforzatore, niente di altro.

 

 
 
 
 
 
 
Allevamento Boxer e Carlini del Nettuno, Pug, boxer, cuccioli