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Nella realtà esistono innumerevoli modificazioni e a volte non è così facile scoprire di che cosa quel determinato cane ha bisogno e perché ha bisogno solo di quello. Solo quando sei in grado di differenziare tra questi vari modelli di comportamento ed afferrare il loro significato per quel particolare cane, puoi cominciare a pensare che stai capendo il cane con cui stai lavorando. Conoscere di cosa quel particolare cane ha bisogno, quando ne ha bisogno, in che modo ne ha bisogno e perché ciò avviene, costituisce, secondo la mia opinione, la base di un rapporto gratificante con quel cane e di conseguenza il suo successo nell'addestramento. L'individualità di un cane, la sua personalità, determinerà il significato delle azioni e questo avrà effetto sul suo addestramento: due esempi per dimostrare come questo può accadere.
1.Un maschio boxer tigrato, di due anni, un cane bello e gradevole sotto tutti gli aspetti, il suo comportamento in canile pure nei normali rapporti sociali è eccellente. Lavorando con lui in pista e negli esercizi di difesa non dà grossi problemi.
Tuttavia durante gli esercizi di obbedienza si presenta il problema. Una volta dato un comando, il cane si perde completamente, comincia a tremare i suoi occhi cominciano a ruotare e infine attraversa il campo di addestramento verso il suo box, dove si stende e recupera. Dieci minuti dopo sembra essersi dimenticato l'intero episodio e torna di nuovo al campo di sua propria iniziativa.
All'inizio non capivo cosa stava succedendo così ho diviso ogni esercizio in momenti più brevi, a caso ho variato la tensione degli esercizi e ho cambiato regolarmente campi di addestramento. In breve, ho adattato l'intera procedura di addestramento al suo passo e alle sue caratteristiche. Due cose sono apparse chiare: a) tutti gli esercizi in cui la sua propria iniziativa sosteneva una parte importante venivano eseguiti più o meno correttamente (pista, salto, difesa.........), e b) ogni interruzione - per qualsiasi motivo - di una controllata serie di azioni lo avrebbe bloccato immediatamente e completamente. Fino al punto che, quando gli fu impedito di lasciare il campo e gli fu ordinato di ripetere l'esercizio, cominciò a vomitare. La sua reazione non avrebbe potuto essere più chiara. In quella condizione psicologica nessuna ricompensa di qualsiasi tipo lo ha interessato, il mondo esterno semplicemente non esisteva più per lui.
Conversazioni con il suo allevatore-proprietario hanno rivelato che questo boxer è cresciuto in un piccolo gruppo di boxer fino al suo primo anno di vita, che aveva avuto rapporti eccellenti con altri boxer e che aveva avuto un normale ma non molto stretto contatto con le persone.Il suo comportamento verso gli altri cani e verso le persone intorno a lui era effettivamente eccellente ma ciò che questo cane non aveva imparato era come far fronte alle specifiche reazioni umane nelle situazioni di apprendimento (elogio e correzione tramite la voce - suoni e parole - tatto - indifferenza - espressioni del viso.....) e letteralmente non ne aveva imparato il significato. Di conseguenza una successione di esercizi avrebbe accumulato lo stress anche se gli esercizi fossero stati eseguiti correttamente. Questo boxer sembrava rotolare attraverso l'insieme degli esercizi in costante prevenzione di un inevitabile "fallimento", per esempio nel caso di un comando (per quanto secondario) sarebbe stato incomprensibile per lui. Così, gli esercizi che si sono basati saldamente sul comportamento naturale (pista, salto, difesa, condotta libero......) non sono stati un problema per lui, in effetti lui le ha gradite. D'altra parte, gli esercizi che non erano così strettamente collegati al comportamento naturale (mandare in fondo, condotta al guinzaglio, terra senza contatto....)o esercizi il cui sviluppo era più complicato (riporto, ricerca del figurante, fronte e abbaio, attesa....) e di conseguenza necessitava di una guida maggiore del suo conduttore, questi esercizi hanno messo diverse volte il cane in uno stato di totale confusione, smarrimento e stress. Tutto questo è accaduto non perché questo boxer fosse stupido o perché non volesse imparare "molto al contrario" ma perché non aveva imparato come relazionare le differenti risposte umane al suo comportamento.
In altre parole: il modo in cui questo boxer è stato capace di imparare è diventato parte integrante della sua personalità e ha determinato chiaramente cosa era del tutto in grado di imparare .
Finalmente ha ottenuto il suo certificato di IPO: era questione di poco. La soluzione di compromesso nell'addestramento doveva sviluppare uno schema stretto da una parte e, dall'altra parte, restare costantemente attento così da evitare il punto in cui lo stress avrebbe preso il sopravvento. Ciò ha implicato il non intervento in quelle parti dove la propria iniziativa del cane è stata sufficiente (le più sottili correzioni sono state ignorante come pure i dettagli tecnici - che senza dubbio avrebbero provocato una perdita considerevole di punti) e l'allungamento dell "tempo di gioco" del cane tra gli esercizi e la fine. Questo è stato un addestramento molto inconsueto ma dettato completamente dalla personalità di questo particolare (eccellente) boxer. .Il secondo esempio riguarda un'eccezionale femmina fulva di 22 mesi. Una femmina veramente bella da ring ma molto diffidente degli estranei., inizialmente incluso il proprio preparatore. Ancora una volta questo comportamento non ha nulla a che fare con la paura: lei è solo in allerta, giusto quello. E' molto curiosa, le piace di imparare le cose nuove ed è molto veloce nel farlo. Proprio come il maschio tigrato, gli esercizi vicini al suo naturale comportamento non pongono grandi problemi, ma la sorpresa non è lontana: ne voce ne contatto fisico sono premi da lei conosciuti - anzi, al contrario. Una parola di premio fa scomparire la sua naturale eleganza: orecchie indietro, testa giù, confusa guarda l'addestratore. Il movimento della mano verso di lei è seguito con sospetto. Lei si contrae. Accarezzandola si può sentire come i muscoli si contraggono. Nessuna gioia o rilassamento ma l'esatto opposto. Il Grande Libro delle Regole si sbriciola davanti alla domanda di come addestrare, un felice, vivace, intelligente boxer che prende qualsiasi forma di premio come una minaccia.
Nel caso di questa Bellezza il perché alla domanda era il più facile. Come un cucciolo e un cucciolone era viziata marcia dalla sua padrona che l'aveva protetta da ogni cosa e da chiunque avrebbe potuto danneggiare la sua crescita o futura carriera. La donna aveva visto giusto nella sua considerazione: il cucciolo sarebbe diventato una stella. Nel frattempo grazie alla sua predisposizione iperprotettiva, il mondo della sua futura vincitrice si era chiuso in una dualità: moglie-marito-cucciolo contro il resto del mondo. In altre parole questa femmina aveva praticamente imparato che qualsiasi azione del mondo esterno era una minaccia - tanto più tu non provavi ad avere rapporti con lei tanto più l'iniziativa era la sua, non c'era problema. Provando a prepararla attraverso qualsiasi classica forma (incluso il clicker) si sarebbe, se è possibile, danneggiata la sua personalità della quale la mancanza di fiducia era diventata parte integrante.
Così, come addestrare in un altro modo questa boxer sospettosa, giocherellona e piena di energia? Non ho trovato nessun'altra soluzione all'infuori di stare il maggior tempo possibile con lei, senza usare nessuna arte di addestramento, lasciandola libera tanto quanto il fisico le permetteva e....aspettavo. - aspettammo il fomento- che il momento arrivasse del tutto!! - che la sua naturale curiosità e brio avrebbero rotto l'armatura della diffidenza e lei fosse venuta a cercare ed accettare il contatto fisico. Con il tempo quel momento arrivò, ci impiegammo quasi quattro settimane ma ne valse la pena: da quel momento non ne aveva mai abbastanza di saltare fra le mie braccia (qualche volta assolutamente incompatibile con la situazione, per esempio durante l'addestramento) e se qualche volta ero così brutale da metterla in canile senza moine lei iniziava un concerto di disapprovazione ad oltranza.
Il periodo di addestramento effettivo fu degno di nota per la brevità, grazie alla sua intelligenza e vivacità superò la prova di IPO sventolando i propri colori.
Alla fine del suo addestramento, non ha avversione verso nessuna delle altre persone in canile quando la chiamano ma ancora inizialmente non approva di essere toccata da loro. In questo esempio è chiaro come ancora una volta la personalità e la storia individuale di quel particolare cane (contatto fisico e premio vocale da estranei viene preso come una minaccia - non come rinforzo) determina come lei avrebbe potuto imparare e conseguentemente cosa non avrebbe potuto imparare.In netto contrasto con il soggetto di personalità individuale, analisi di metodo ( una preparazione tanto efficace quanto un avanzato addestramento) fioriscono abbondantemente. Questi argomenti sono spesso molto animati ma, a mio parere completamente inutili: Non c'è un metodo che possa suggerirti come legare con un qualsiasi singolo cane, nessuno è in grado di insegnarti come addestrare quel particolare cane. E' la personalità di un particolare cane che ti renderà chiaro non solo quello che egli può imparare ma anzitutto anche come egli può imparare.
Per apprezzare questo è indispensabile prestare grande attenzione al cane e non ai principi alle regole e alle tecniche della metodologia: Per dirla in termini semplici : tu devi conoscere che cosa piace al tuo cane e devi conseguentemente rispettarlo - non: lavoro contro i suoi desideri. Ancora - e forse particolarmente - in situazioni dove la coercizione è inevitabile hai bisogno ti poter contare su ciò che gli "piace" e sul "desiderio" fondamentale. Per troppo tempo molti cani hanno (inutilmente ed evitabilmente) fallito in situazioni coercitive, in modo particolare cani impulsivi e hanno conseguentemente mostrato comportamento depressivo e aggressività dipeso dal loro particolare temperamento. Ciò poteva succedere perché il proprietario o l'addestratore non era in grado di vedere che la coercizione lo riduceva alla fine e non era più basato su qualcosa insito nel cane: la sua abilità, la sua buona volontà e il suo desiderio di imparare. La coercizione, se necessaria deve essere adattata alla sua natura e il livello di coercizione alla personalità del singolo cane e sempre deve essere profondamente radicata all'interno di un rapporto di fiducia tra il cane e l'addestratore/proprietario. L'unico scopo della coercizione è che il cane dovrebbe adattarsi, dovrebbe essere sottomesso - senza tener conto della personalità del cane; la coercizione può mettere a repentaglio tutto il successivo addestramento, può portare il cane oltre il limite e ciò nel rispetto di teorie sbagliate.Visti dall'angolo della personalità (del cane, intendo) alcuni fatti enigmatici delle esposizioni diventano chiari. Spesso mi sono sorpreso perché tanti, persino gente esperta di esposizione, guardano al giudizio di un boxer come ad una questione puramente tecnica di valutazione e confronto della morfologia, dell'aspetto esteriore. Ciò non è ovviamente che cosa accade in un ring,
La bellezza è più che un approccio allo standard, più che il tipo di per sé stesso. La bellezza egualmente è basata sulla personalità del cane che diventa visibile nel comportamento del cane, la totalità del suo atteggiamento e conseguentemente nei suoi movimenti.
Usando un' immagine piuttosto sconosciuta: il corpo d'un cane è la traduzione visibile della sua personalità. Ad una mente attenta i movimenti (muscoli) d'un cane riveleranno la storia della sua esperienza, come e perché della sua personalità.
Questo punto di vista egualmente contribuisce a spiegare perché il giudizio tecnico - la descrizione e l'importanza dei difetti e delle qualità - è solo raramente capace di "vedere" (letteralmente) " il bel boxer".
Ugualmente importante: su questo punto la bellezza ed il lavoro vanno di pari passo : non ci dovrebbe essere spaccatura fra loro. Una magnifica femmina fulva che ho avuto il privilegio di addestrare illustra ciò in maniera eccezionale. Non è stata una coincidenza che si trattava di una femmina: il comportamento che sto per descrivere si potrà raramente vedere con un maschio, i maschi usano altre azioni. E' accaduto durante una fase di apprendimento di un nuovo esercizio. Questo è sempre un momento d'incertezza, di dubbio - diversamente non è possibile imparare
Durante quell'istante critico di incertezza ha visualizzato improvvisamente una posa per cui i suoi occhi, le sue sopracciglia, le orecchie, il collo, il posteriore, le gambe, i piedi, in breve tutto il suo corpo si trasformava in pura eleganza. Cavava il respiro e per un breve attimo non ho saputo cosa fare.L'ho accarezzata molto piano, gentilmente dal collo giù verso la schiena. La posa cominciava a scomparire e dopo un secondo comando lei eseguiva correttamente l'esercizio ( In effetti per lei un'incerta serie di movimenti). Posso assicurare che la sua posa in quel momento appariva niente meno che un atto di seduzione: lei focalizzava tutta la sua attenzione sul suo corpo perché "sapeva" che, in passato le reazioni (di persone e cani) erano state le migliori verso questa posa. Ricordatevi il silenzio o il mormorio di adorazione che si sente a bordoring quando un bel cane sta mostrando la propria perfezione. Usava la sua eleganza (più precisamente la prima esperienza di reazione positiva alla sua posa aveva sostituito e "risolto" la sensazione d'incertezza) come via di fuga: lo scopo del suo mettersi in posa in quel momento critico era di cancellare il dubbio e di dissolvere la situazione incerta. La lenta carezza la riportava alla realtà, lo stress era causato dallo sciogliersi dell'insicurezza e dalla scomparsa della posa. Una volta calma di nuovo, era in grado di dare la giusta risposta a ciò che le veniva richiesto. Le esperienze come questa rinforzano la mia convinzione
che la bellezza è una parte integrante della
personalità dei boxer.Con più vivo con i boxer, più esperienza faccio addestrandoli, più mi sento a disagio con la vasta gamma dei test comportamentali, così chiamati : "test caratteriali". La maggior parte di queste prove conta sull'esistenza di una varietà di "guide" ("Triebe"):
guida-gioco (‘Spieltrieb’), guida-comando (“Beutetrieb”), guida-difesa (“Wehrtrieb”) e così di seguito. Il numero e la classificazione di queste guide possono essere adattati più o meno alla volontà. Lo scopo delle prove basate su questo modello è di rilevare l' esistenza di un numero di queste guide e valutarne la resistenza. E' mia convinzione che ciò che queste guide (parzialmente) descrivono è solo la più piccola parte della totale personalità di ciascun boxer e conseguentemente è oltre la mia comprensione il perché così tanti "sistemi" (programmi di educazione e di addestramento più i corrispondenti test) si basano su una così misera testimonianza.
Nelle numerosi ZTP, Körungen, selezio, CQN a cui ho assistito i boxer fallivano nelle procedure standard - boxer che sono convinto sono eccellenti. Il fatto che in alcuni Paesi passare con successo una o più di queste prove è condizione necessaria per ottenere certificati di idoneità all'allevamento sottolinea le tragiche implicazioni di questi miseri modelli.
Se si prova di scoprire le particolarità di un cane prima di provare di addestrarlo e si da tempo a sé stessi e al cane (senza interventi "educativi") ci si limita a scoprire il "perché" delle sue (re) azioni
così come i suoi interessi specifici e la sua sensibilità.
Da quel momento, nella maggior parte dei casi, un cane che sia stato danneggiato nella formazione precedente o in addestramento avrà riguadagnato la sicurezza di sé e la fiducia nel suo addestratore. Da quel punto in avanti si può cominciare l'addestramento specifico. Ancora in molti casi, non in tutti si noterà che un minimo di addestramento è necessario per imparare il comportamento voluto o richiesto in questo o in quel test. Mi piacerebbe recuperare le ore che ho perso nel provare di aprire la discussione sulla materia di questi test così eviterò di bloccarmi ancora una volta in un simile tentativo superfluo.
A mio parere l'unica prova, visto il modo di pensare generale di oggi, che può avere un qualche significato consiste
nella paziente valutazione del comportamento sociale.
Tuttavia non ci sono garanzie e la strada per ricevere critiche sonore è ampiamente aperta. Solo pensate al comportamento impulsivo o spontaneo là dove persino la prova più equilibrata (se una tal cosa potesse mai esistere) può essere nient'altro che un record e la valutazione di un attimo. Considerate anche la relazione proprietario-cane che dovrebbe essere il reale oggetto della valutazione, per gli effetti di questo rapporto che sono più importanti nel comportamento del cane che il suo puro bagaglio genetico. A proposito delle prove vorrei aggiungere un aneddoto.
Ad una esposizione ho presentato una femmina tigrata. La Signora Giudice si è avvicinata a lei per controllare occhi e denti. A quel punto ha fatto qualcosa che si avvicina al test caratteriale quanto sia possibile: Si è inginocchiata davanti alla femmina la boxer si è avvicinata alla Giudice e c'è stato un breve incontro tra loro con scambi di parole e gesti amichevoli. Entrambi la Giudice e la boxer lo hanno apprezzato. Ed anche se era chiaro che la Giudice avrebbe voluto ripetere la stessa cosa con ogni singolo boxer all'interno del ring, non c'era riuscita. Così, nel suo giudizio la personalità ha giocato un ruolo e a tale scopo la Giudice non ha avuto bisogno di una quantità di test e nemmeno la boxer bisogno di alcun addestramento. Secondo la personalità del boxer questo semplice gesto di inginocchiarsi di un estraneo può essere inteso come un invito o una minaccia e la reazione può variare dall' entusiasmo senza incertezza al retrocedere e/o all'aggredire. Una volta di più vediamo: una posa, un gesto - differenti personalità - differenti reazioni.
Per conoscenza: quella femmina in particolare non ha vinto la sua classe quel giorno. La salute fisica è un'altra pietra miliare della personalità Non intendo l'idoneità fisica reale di un cane, che avrà effetti sul suo effettivo comportamento ma non sulla sua personalità. Intendo le condizioni strutturali che determinano sia il comportamento che la personalità.
Un esempio: Un cucciolo è nato con una stenosi aortica secondaria delicata, nessuna minaccia per la vita. Questo cucciolo imparerà dall'inizio che una sensazione sgradevole direttamente segue reazioni impulsive. Più probabilmente maturerà come un cane calmo e sedentario. Naturalmente nella circostanza che non lo si faccia vivere in un ambiente iperattivo che rinforzi tutti i tipi di tentazione. La sua personalità sarà descritta come calma, tranquilla, attenta. Questo comportamento calmo si è trasformato in una parte integrante della sua personalità. Non è importante se valutare questa personalità se negativa o positiva. Il punto è che questa struttura di base non cambierà più e che dovrete trattare
con quel cane stando alle sue condizioni.
Ci sono parecchie condizioni fisiche che hanno effetti similari. Un'altro importante è l'alta sensibilità a tutti i tipi di allergie. Nel primo esempio, accarezzando un cane dopo un esercizio s'interagisce entrambi con il suo comportamento effettivo. ("ok, stiamo andando bene, per il momento pausa"). Accarezzando il cane con l'allergia dopo lo stesso esercizio lo conforterà fisicamente Questo può persino rinforzare il legame ma avrà un duro effetto sul comportamento reale o sulla personalità. Ancora una volta vediamo che il significato dei gesti è determinato dalla personalità.Nel tentare di afferrare la personalità di ogni boxer che mi è stato affidato, uso i termini di " senso comune" che sono il più possibile vicini alla realtà e ne uso tanti quanti ne è necessario. So molto bene che questo è l'opposto esatto di ciò che è visto come "scientifico".
E' un tentativo intenzionale di evitare tutti quei termini usuali che hanno implicite o esplicite connotazioni con sottostanno ai "modelli di condotta".
Nella mia esperienza quotidiana non posso più avere fiducia in questi modelli e questi termini. Così uso parole come: amichevole, ben predisposto, colpito, bello, nobile, duro, curioso, serio, inutile, piacevole, obbediente, prudente, ansioso, attento......più tutte le loro negazioni e combinazioni. Alcuni aspetti sono strettamente legati e potrebbero essere raggruppati. Se uno osservasse un cane per un periodo abbastanza lungo io penso sarebbe possibile stabilire dei livelli in ciascun gruppo e tra i gruppi. Teoricamente sarebbe possibile in questo modo selezionare un cucciolo Dubito fortemente che questo esercizio darebbe niente di buono.Il lettore avrà notato che questo modo di guardare al cane differisce dai test normalmente utilizzati e dalle tecniche di addestramento. Credo che i test attuali riguardino in misura sorprendentemente limitata la personalità di un boxer, specialmente la parte che è artificiale - artificiale perché è stata costruita in funzione del test. In altre parole: quello che realmente i test fanno è di misurare l'abilità del proprietario/addestratore nell'arrivare al risultato previsto o voluto.A tale riguardo ho piacere di presentare un altro aneddoto: la maggior parte della gente che viene in allevamento per scegliere un cucciolo lo vuole con "buon carattere" (chi non lo vorrebbe?) Alcuni di loro ritardano la loro scelta fino a quando il cucciolo può essere "testato" - comunque è così che lo chiamano.
Non sprecherò il tempo dei lettori con una pagina piena di saggezza che si usa in queste occasioni, ma qualche volta ci sono delle sorprese. C'è stata una signora che voleva vedere se il suo cucciolo poteva diventare un buon cane da lavoro. Ma si è comportata in modo diverso dall'usuale. In una grande stanza nella quale il cucciolo era stato in parecchie occasioni, una stanza che lui conosceva bene, lei ha messo un piccolo sacchetto di plastica. È rimasta circa mezz'ora nella stanza con il cucciolo e alcuni di noi. Ha osservato costantemente il cucciolo ed gli ha parlato occasionalmente. Niente di più. Questa donna ha saputo - dall' intuizione o dall' esperienza - come valutare correttamente un cane: ha giudicato il cucciolo tramite il suo comportamento spontaneo e non-provocato - non tramite le azioni scaturite da una serie di situazioni standardizzate. Tutti sappiamo che molte persone - il "normale"proprietario come pure l'addestratore con esperienza - hanno un duro periodo tenendo il loro boxer. Principalmente questo è dovuto ad una mancanza di comprensione delle qualità del loro boxer: buone e cattive (qualunque siano).Se uno è disposto ed è preparato a passare abbastanza tempo con il proprio boxer ciò può essere cambiato facilmente. La prima cosa è di dimenticarsi del Metodo. Il Metodo non è importante: il vostro cane lo è. La seconda cosa è di guardare al vostro cane e continuare ad osservarlo. Prima o poi rileverete le sue caratteristiche e che cosa e da che cosa è motivato. Rispettate quella personalità accettandola e cominciate a "lavorare" da quel punto in poi" . La mia vita insieme ed il mio lavoro con i boxers segue soltanto un principio :
MOSTRA IL TUO RISPETTO, SENTI LA PERSONALITA' TOCCA IL CUORE ED ALLORA MA SOLTANTO ALLORA IL RISPETTO RITORNERA'